Il tempo delle distopie

Ricordo di aver letto che i grandi film del passato possono rimanere attuali, ma i trailer dopo qualche anno sembrano sempre bizzarri. Questo perché i trailer sono strumenti di marketing, quindi sono rivolti alla moda, alle emozioni, del momento. Ma cosa c’entra con le distopie ? Uno dei aspetti più interessanti delle distopie, che va oltre il loro valore meramente letterario, è il carattere di avvertimento. Le distopie più potenti parlano al proprio tempo, e quindi potrebbero non parlare al nostro.Prendiamo tre grandi esempi di letteratura distopica: Brave New World di Aldous Huxley, 1984 di George Orwell e Fahreneit 451 di Ray Bradbury.

Fahreneit 451

L’ultimo è probabilmente quello che adesso ha minor fama, meno valore nel senso inteso all’inizio. Il motivo è semplice: parla di bruciare libri, e oggigiorno è già difficile che si comprino, figurarsi avere il tempo di bruciarli. L’idea che i libri possano contenere lo scibile, la capacità critica, e, in definitiva la base della libertà umana, appare a noi bislacco, favolistico. Questo nonostante la ragione per cui i pompieri di Fahreneit 451 bruciano i libri non sia mai stata così attuale:Non è stato il governo a decidere: non ci sono stati in origine editti, manifesti, censure, no! Ma la tecnologia, l’ignoranza, lo sfruttamento delle masse e la pressione delle minoranze hanno raggiunto lo scopo, grazie a Dio. Oggi, grazie a loro tu, puoi vivere sereno e contento per ventiquattr’ore al giorno.Per noi i libri non sanno più di fantascienza, ma di fantasy. A questo si aggiunge anche il problema che il libro è stato scritto per il pubblico della guerra fredda, del maccartismo, che a noi appare ancora più datato. Più realistica la parodia Disney, Papercelsius 154 che è centrata sulla musica.

1984

George Orwell è probabilmente lo scrittore migliore dei tre, era un critico letterario e ha anche scritto un famoso saggio sulla lingua inglese: Politics and the English Language. Era anche un intellettuale vecchio stampo che aveva combattuto come volontario nelle guerra civile spagnola, uscendone inorridito dalla ottusità e ideologizzazione dei comunisti. Indubbiamente 1984, che doveva essere originariamente chiamato L’ultimo uomo in Europa, è ancora il più famoso dei tre, con numerose espressioni entrate nell’uso comune come Grande Fratello o, la mia preferita, Neolingua. Una lingua modificata per rendere impossibile esprimere concetti considerati pericolosi1. L’idea che una società possa fondarsi completamente sull’odio mantiene ancora tutto il suo terribile fascino. Ma, allo stesso tempo, Fascismo e Comunismo hanno fallito, e nonostante siano ancora usati come epiteti nessuno pensa seriamente di riportarli in vita nella loro forma originaria. I facinorosi d’oggi che millantano di trarre ispirazione da loro sarebbero certamente ridicolizzati dagli originali, come avviene nel libro di Timur Vernes: Lui è tornato2. Il finale conserva tutta la sua forza: il protagonista, ex-ribelle, realizza finalmente di amare ormai il dittatore, e proprio per questo, in quel momento, viene ucciso sorridente. Fa ancora paura come storia, ma non è più credibile come minaccia per la società.

Brave New World

Il valore letterario di quest’opera è probabilmente il minore dei tre. Semplicemente, Huxley non è considerato un grande scrittore in quel senso. Però il libro è il più attuale dei tre. Descrive un mondo controllato dal piacere, in cui le persone sono falsamente felici, costrette a promiscuità e droghe. Essere monogami e solitari è considerato un cattivo segno. Il primo dovere di tutti è essere consumatori e la religione è il fordismo. Non c’è individualità, ma la socialità forzata in cui sono imprigionate le persone, perlomeno quelle dei livelli più importanti, non sembra essere così spaventosa come le precedenti. Ma è una critica più sottile, la libertà non viene combattuta, viene svuotata di senso.

Nei fatti ciò che rende attuale il libro è la sua origine: ispirato dalla repulsione verso gli Stati Uniti, presi come modello per il futuro. E gli Stati Uniti esistono ancora, e ancora oggi vengono criticati più o meno allo stesso modo.

Conclusione

Le distopie per loro natura sono votate al futuro, suonano un campanello d’allarme. C’è una certa ironia, quindi, nel fatto che abbiano una data scadenza. Anche se il futuro non arriva mai, col tempo, come la pubblicità, cambia la moda, cambiano le paure e gli spettatori.


Note

1. attività praticata oggigiorno da femministe e altri eredi del comunismo chic []

2. lui è ovviamente Hitler []

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