Gli statunitensi vedono il proprio Paese come uno Stato giovane, ma, di fatto, sono oggigiorno uno dei più vecchi esistenti. Questo si riflette anche sulla loro cultura politica che in alcuni punti rivela le sue radici ottocentesche. Per esempio, negli Stati Uniti le critiche al liberalismo non hanno mai attecchito. Nemmeno quando le critiche erano meritate come quando liberalismo significa causare carestie di massa in India in nome dei profitti del mercato.
Un’altra ragione la si può trovare nell’adorazione della loro costituzione. Una stima del tutto immeritata, visto che la sua vaghezza ha spianato la strada ad una guerra civile ed essa ha mancato di proteggere qualsiasi minoranza dagli abusi del governo: dalla schiavitù dei neri, ai campi di internamento di massa dei giapponesi.
Una conseguenza di questo è vedere come buona parte della popolazione usi certi termini, ancora alla maniera dell’Europa dell’ottocento.
Gli Stati Uniti non sono una democrazia, ma una repubblica
Questa è una bizzarra affermazione che si sente da persone, dovuta ai testi di alcuni padri fondatori dell’America. Infatti in quel periodo storico non vi era alcuna esperienza di un regime democratico. Nel mondo anglosassone non era mai esistita la democrazia e l’esperienza medioevale dei comuni italiani non era nota o considerata. Pertanto il discorso filosofico sulla democrazia si basava sulla cultura greca. Una cultura che era fortemente critica della democrazia, vista come volgare corruzione, degenerazione, di un buon governo di eletti o saggi.
Ovviamente questa è un’estrema sintesi, e certo nel mondo greco c’era differenza tra Aristotele o Platone. Tra chi pensava il miglior governo fosse retto da ricchi cittadini o da filosofi. In termini contemporanei, i greci erano tutti degli aristocratici.
Bisogna anche dire che i padri fondatori si riferivano ai greci solo per i fondamenti filosofici, in termini pratici guardavano in parte a Roma, in parte al Regno Unito e in buona parte innovavano. Questa confusione non deve stupire, per noi i termini sono più chiari, ma del resto proprio loro hanno contribuito a re-inventare il concetto di democrazia.
Ecco spiegato perché non vedevano il buon occhio il termine democrazia, seguendo i greci, ma preferivano quello di repubblica, ispirati dai romani. Con questa espressione loro sostenevano di essere contro una democrazia diretta (greca) e in favore di una democrazia rappresentativa (romana).
Oggigiorno però questi termini si sono evoluti: con democrazia si intende qualsiasi forma di governo retto dal popolo, mentre repubblica è una forma di stato contrapposta alla monarchia. Esistono quindi repubbliche autoritarie, come la Repubblica Islamica dell’Iran, e monarchie democratiche, come il Regno Unito
Ma che strano liberalismo
Un’altra fonte di fraintendimenti per noi italiani è l’uso del termine liberal, letteralmente liberale per indicare la parte sinistra dello spettro politico.
In effetti tutti negli Stati Uniti sono liberali nel senso europeo del termine per quanto riguarda l’economia. La differenza è che i liberal sono liberali anche in campo sociale, favorendo l’esplosione di diritti in tutte le salse e per ogni cosa. La situazione si è ancor più ingarbugliata perché oggigiorno liberal include sia i vecchi liberali sociali che i nuovi autoritari sociali, ovverosia quelli che sostengono il massiccio intervento dello Stato poiché sostengono siano necessari per rendere effettivi alcuni diritti delle fasce più deboli, che altrimenti rimarrebbero solo sulla carta. Per esempio sostengono che per far sì che le minoranze quali gay e lesbiche abbiano davvero una voce bisogna zittire la Chiesa e tutte le critiche ai loro stili di vita altrimenti queste minoranze si offendono e si sentono oppresse.
Tutto è socialismo
Infine una comune fonte di confusione per noi europei è che, per gli americani, tutto è socialismo. Dall’assistenza sanitaria statale, alle carte d’identità nazionali (invece che dei singoli stati) al diritto allo sciopero. In altre parole gli americani vedono il concetto di socialismo come qualcosa di alieno, estraneo. Cioè come lo vedono i ricchi liberali dell’Ottocento, cioè la borghesia.
Come accennato nell’introduzione, ciò è dovuto al fatto che negli Stati Uniti nemmeno le giuste critiche sugli eccessi del liberalismo assoluto hanno mai attecchito. Se nel resto del mondo si è ritenuto che il liberalismo inteso come mancanza di alcun limite fosse negativo, sia in termini di disordini sociali (cioè i poveri protestano) che di cattivi risultati (cioè causa troppi poveri) negli Stati Uniti questo non è accaduto.
Se da una parte loro hanno evitato la cattiva risposta contraria del socialismo reale, dall’altra mantengono ancora forti disuguaglianze. Ma il problema non è solo questo, negli Stati Uniti esiste una differenza abissale tra l’esperienza di vita dei ricchi, ma anche della gente comune, e dei poveri. Per esempio, gli Stati Uniti sono un Paese sicuro, ma, caso unico nel mondo tra i Paesi sviluppati, tra le 50 città più pericolose al mondo 4 sono negli Stati Uniti. Per certi versi i poveri statunitensi vivono nel terzo mondo.
Questo perché tutti aspirano a diventare ricchi, quindi esiste un vasto supporto sociale nell’ignorare i problemi dei povero: in fondo, i poveri se lo meritano, perché essere poveri è anti-americano.