Il lungo processo di trasformazione da Repubblica a Impero iniziò con Gaio Mario e Lucio Cornelio Silla, questi fu in effetti una fonte di ispirazione per Giulio Cesare, e il primo dittatore nel senso moderno del termine1.
Le riforme insufficienti
Le cause di questo cambiamento e seguente declino della società romana sono dibattute, ma sappiamo che a quel tempo la Repubblica Romana era divenuta instabile. La guerra sociale e la riforma mariana avevano mostrato la debolezza dei due pilastri della civiltà romana: la Cittadinanza Romana e l’Esercito.
La politica era impossibile
Entrambe le riforme erano necessarie, ma le soluzioni proposte risolvevano solo parzialmente i problemi presenti: da una parte la cittadinanza veniva estesa a tutti gli alleati italiani, ma dall’altra la tecnologia del tempo rendeva impossibile esercitare i diritti di voto e permettere al popolo di controllare i leader. Il che portava alla mancanza di spazi di mediazione politica. La politica si faceva quindi con sommosse e assassinii. Cesare aveva ottenuto il potere politico perché era davvero un rappresentante dei populares (il popolo romano), che attaccava gli interessi degli ottimati (la vecchia aristocrazia). In questo senso era un rappresentante di legittimi interessi di una parte del popolo, ma non è che il popolo avesse un metodo davvero democratico per esprimere la propria volontà.
I soldati avevano fame
Molti soldati avevano un bisogno disperato di acquisire le terre conquistate perché non avevano altra fonte di reddito. In precedenza il tipico soldato era un piccolo proprietario terriero, in un certo senso un tipico rappresentante della classe media romana. Ma ciò non era più possibile, sia perché questa figura stava scomparendo, sostituita dal ricco latifondista, sia perché le lunghe campagne militari in terre lontane rendevano impossibile mantenere delle coltivazioni. Quindi i soldati del tempo non avevano più alcuna ricchezza, né prospettiva di guadagno, se non nella carriera militare. Il problema era che le riforme mariane resero i soldati fedeli al generale e non al Senato o al popolo romano.
Entrambi i problemi furono risolti, almeno per gli Stati delle dimensioni di Roma, solo in tempi moderni. Questo poiché richiedevano miglioramenti tecnologici e un livello di separazione tra Stato e Società2 che non esistevano in quel periodo storico. Infatti le uniche esperienze democratiche medievali furono i comuni italiani, che avevano dimensioni infinitamente minori e peraltro erano anch’essi spesso instabili politicamente.
Non c’erano soluzioni migliori
Questo significa che, secondo me, l’impero e la seguente caduta erano essenzialmente inevitabili. Nonostante l’uso della schiavitù e la loro crudeltà possano apparire spregevoli a noi contemporanei, i Romani erano i “buoni” del loro tempo. Questo grazie ad un inedito e diffuso rispetto della legge e per la prosperità che portavano. Molti popoli esterni volevano partecipare alla società romana.
Il problema fu che il loro stesso successo minò le condizioni che li avevano resi unici e questo fu la loro rovina. Non dimentichiamo che i Romani avevano adottato politiche militaristiche perché costretti dai continui attacchi da nord e da sud dalle varie potenze locali, come i Sanniti e gli Etruschi.
Nel contesto storico, Cesare3 era semplicemente uno dei tanti candidati per la dittatura, assieme a Marco Licinio Crasso e Gneo Pompeo Magno; il primo vero imperatore fu Augusto.
Se Bruto (e Silla) fosse stato veramente difensore della Repubblica, avrebbe usato dei mezzi differenti invece che gli stessi usati dai suoi oppositori.
- Silla fu il primo a organizzare sistematicamente persecuzioni di massa dei suoi oppositori. Anche se affermava di averlo fatto per salvare il vecchio stile di vita, aveva usato dei nuovi metodi e così facendo aveva provato l’anacronismo del vecchio stile di vita. In pratica Silla diceva di aver fatto il dittatore per salvare la democrazia, ma quello che aveva dimostrato a tutti gli intraprendenti era invece che la dittatura funzionava
- intendo in senso allargato lo stesso processo che ha portato alla separazione tra Stato e Chiesa, ovvero che il governo non ha più controllo totale persino delle vite private dei cittadini come invece accadeva nell’Antichità
- che era anche stato vittima delle persecuzioni di Silla